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Zootecnia e masserie nocesi, due storie da proteggere e tramandare


Giovedì 25 Settembre, presso il Chiostro delle Clarisse, si è svolto il terzo incontro di “Settembre in Santa Chiara” con due approfondimenti relativi alla zootecnia nelle masserie murgesi ed alla presenza di cavalli di razza nel contesto storico-architettonico delle masserie di Noci. L’iniziativa, in collaborazione con il Lions Club Noci dei Trulli e delle Grotte, è stata introdotta dal Presidente dei Lions Domenico Matarrese il quale ha ricordato la natura umanitaria delle iniziative da sempre portate avanti nel mondo con circa 45 mila club presenti in 202 paesi del mondo. E proprio in ambito umanitario, gli interventi previsti quest’anno dai Lions sono concentrati sulla cura e salvaguardia dei bambini e delle loro necessità in tutto il mondo. Lo studioso di storia della zootecnia nell’Italia del sud Giuseppe Maria Fraddosio ha introdotto la prima conversazione storica incentrata sulla zootecnia nelle masserie murgesi nel contesto più ampio del meridione d’Italia. I territori di Noci, Martina Franca, Mottola, Massafra, Alberobello, Locorotondo e Ceglie Messapica rappresentano una delle zone più importanti in ambito zootecnico – commenta Fraddosio. Questi territori, ricchi di tratturi e tratturelli, erano lo scenario della transumanza, quel grande viaggio che transitava da questi territori e conduceva gli animali nel potentino in luoghi dove il bestiame avrebbe avuto modo di pascolare e mangiare erbe dal grande valore nutrizionale. In tale ambito – prosegue lo storico – c’era una contesto territoriale fatto di luoghi di stazionamento, antiche fiere, regole specifiche da rispettare e dirette a coloro che conducevano il bestiame. Infine – conclude Fraddosio – c’è la bellezza degli animali, resa più evidente anche da quella selezione naturale determinata dallo stesso viaggio di transumanza. Per tale ragione, i soggetti di razza podolica ed i murgesi rappresentano delle razze da tutelare e salvaguardare per riscoprire il nostro territorio anche attraverso iniziative come prossima mostra del cavallo murgese. Nel secondo intervento, invece, lo storico del territorio Francesco Giacovelli ha analizzato lo sviluppo architettonico delle masserie nocesi in relazione alla grande cultura dell’allevamento da sempre presente a Noci. L’Architetto nocese, già autore di numerosi articoli sulla rivista “Umanesimo della Pietra” ha raccontato della presenza di cavalli murgesi nocesi alla mostra di Martina Franca e quindi dell’attenzione dei nostri allevatori verso i soggetti di razza. Al tempo stesso, lo storico ha analizzato l’evoluzione architettonica delle masserie dal 1600 al 1800 e della loro lenta trasformazione da presidi masserizi fortificati a vere e proprie ville che si aprivano alla campagna. Tra le perle presenti sul territorio le masserie Scozia Nuova, Scozia Vecchia, Mastromarco, Zappullo, Sorresso,Torre Abbondanza e De Bellis, solo per citarne alcune. Gli animali e le mandrie vaganti trovavano spazio in quello spazio esterno denominato “Iazzo”, luogo d’incontro ed apertura al territorio. L’evoluzione architettonica di questi luoghi – ha concluso Giacovelli – racconta di un territorio vivo che deve essere protetto e tramandato. 

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