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Oggettività


A me hanno insegnato che definire bianca una cosa bianca e nera una cosa nera significa possedere, oltre alla sanità mentale, una “virtù” che si chiama “oggettività”.

Facciamo un esempio: oggettivamente, io ho i capelli corti; qualunque argomentazione tesa a dimostrare il contrario sarebbe una perdita di tempo, oltre che motivo per avere certezza che chi sostiene il contrario è scemo.

Ultimamente, sempre di più, mi accorgo invece che riconoscere qualcosa come oggettivo non è più di moda, o forse non lo è mai stato…

Veniamo ai fatti. Prendo spunto dal vespaio di polemiche che accompagnano, come ogni lunedì, la domenica calcistica e, in modo particolare, le vittorie della Juventus. Pur ammettendo di non capire niente di calcio, mi lascio sempre incuriosire dai tanti commenti, qualificati e da bar, che fanno sorgere sempre la stessa domanda: è mai possibile che un calcio di rigore o un fuorigioco non siano mai “oggettivi”? Durante il gioco ci sta che un arbitro commetta un errore, ma il giorno dopo, dopo migliaia di moviole studiate e ristudiate, com’è possibile che il tifoso juventino continui a sostenere che i rigori (per non dire del goal di Bonucci) della partita Juventus-Roma di domenica scorsa erano giusti mentre gran parte del mondo calcistico ha condannato gli episodi come errori arbitrali?

Come detto, questo del mondo calcistico è solo uno spunto, perché, davvero, mi sto divertendo, e innervosendo, a leggere i botta e risposta e le schermaglie amorose tra gli esponenti delle forze politiche nocesi a proposito dei provvedimenti assunti durante l’ultimo consiglio comunale relativi alle tasse.

Gettito, aliquote, bilanci, sono numeri. I numeri non hanno una soggettività. O i conti tornano, o non tornano, per cui, in un verso o nell’altro, c’è qualcuno che mente sapendo di mentire. A me questa cosa, francamente, non piace affatto.

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