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Vito Recchia, il carabiniere partigiano


Giovedì 2 ottobre 2014 presso il Chiostro delle Clarisse si è svolto l’ultimo incontro di Settembre in Santa Chiara 2014. La conversazione storica, in collaborazione con l’associazione nazionale dei carabinieri di Noci, in occasione del bicentenario della fondazione dei carabinieri, ha ripercorso i duecento anni dell’arma ed ha reso omaggio all’avventura umana e professionale del brigadiere Vito Recchia negli anni della resistenza al nazifascismo.

Nel primo intervento, dopo l’introduzione di Giuseppe Basile, il comandante provinciale dei Carabinieri di Bari Col. Rosario Castello ha evidenziato i valori dell’arma che sono rimasti inalterati in questi due secoli ovvero dal 1814 quando Re Carlo Alberto di Savoia decise di istituirla per la difesa del regno. Da due secoli a questa parte i valori fondanti dell’arma sono stati quelli della difesa della patria e della sicurezza dei cittadini. Questa costante ha caratterizzato il nostro agire fino ad oggi – ha commentato il Comandante. Nei momenti più delicati della storia d’Italia, l’arma ha sempre offerto il suo contributo. Così fu per le guerre di indipendenza così come per il sostegno alla spedizione dei mille in Sicilia. Negli anni del nazifascismo i carabinieri dettero vita ai primi episodi di resistenza e lo stesso spirito di sacrificio fu evidente negli anni del terrorismo delle Brigate Rosse. Oggi – ha concluso Castello – con circa 5000 stazioni e 100 mila carabinieri presenti sul territorio, l’arma mantiene vivi questi valori.

L’importanza di questi principi è stata poi ricordata nell’intervento di saluto del Sindaco Nisi che ha ringraziato il Centro Culturale “Albanese” per l’infaticabile azione di promozione della storia.

Proprio in riferimento agli anni di resistenza al nazifascismo, lo storico Josè Mottola, Presidente del Centro Culturale Giuseppe Albanese, ha tenuto una relazione sulla figura del brigadiere Vito Recchia, carabiniere nocese che con coraggio svolse servizio nella città bellunese di Mel. L’Arma dei carabinieri, grazie ai valori di fedeltà allo stato e di tutela dei cittadini, rappresenta il punto di continuità tra il Regno di Sardegna e la Repubblica – ha commentato Mottola alla presenza del dott. Raffaele Recchia, figlio del brigadiere che poco prima dell’intervento di Mottola aveva ringraziato il Centro Culturale “Giuseppe Albanese” per questa iniziativa. Recchia, in qualità prima di vicebrigadiere e poi di comandante della stazione di Mel, visse i difficili anni della Repubblica di Salò controllata dai tedeschi. In quel contesto – ha proseguito Mottola – Recchia, non esitò a difendere la popolazione. Questa sua condotta coraggiosa, resa più difficile dalle circostanze istituzionali e dei rapporti che il brigadiere teneva con la gendarmeria tedesca, non gli impedì di mettere in atto azioni di resistenza che presero poi forma nella partecipazione alle brigate partigiane con il nome di “Secondo”. Il carabiniere nocese, così come tanti carabinieri che vivevano nella Repubblica di Salò, rimasero fedeli al Re diventando i primi oppositori al nazismo e salvando la vita a tanti giovani, coì come fece Recchia quando informò una mamma che i Tedeschi sarebbero venuti a prendere suo figlio se non avesse provveduto a farlo scappare – ha concluso Mottola.

Al termine della conversazione storica, in via Principe Umberto si è svolta la cerimonia di inaugurazione di un busto bronzeo in bassorilievo celebrativo del bicentenario del corpo dei carabinieri realizzato dall’artista Alessandro Turi e che rappresenta i valori inalterati di un’arma sempre presente al fianco dei cittadini. All’ultima serata di Settembre in santa Chiara erano presenti anche diversi esponenti dell’amministrazione comunale, il Sen. Piero Liuzzi, il Capitano Fabio Di Benedetto, Comandante della compagnia di Gioia del Colle e il Luogotenente Lorenzo Zaccaria, Comandante della stazione dei carabinieri di Noci.

  • Immagine 2: Vito Recchia, il carabiniere partigiano

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