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L’UTEN aiuta a sentirci bene


Sabato 31 gennaio, a partire dalle ore 18.30 presso il Chiostro di San Domenico, si è svolta la conferenza organizzata dall'Università della Terza Età di Noci sul tema dell'Ipoacusia e protesi". L'incontro, promosso dall'UTEN con il sostegno della casa di cura Monte Imperatore e della filiale Amplifon di Putignano, fa parte del ciclo di conferenze medico-scientifiche coordinate dal prof. Nicola Simonetti, medico e giornalista, nonché nuovo direttore del nostro giornale.

L'intento principale di questi incontri è la diffusione di un programma di prevenzione volto al miglioramento della qualità della vita, come ha sottolineato il presidente dell'associazione, Cesareo Putignano, presentando il relatore della serata, il dott. Nicola Quaranta. Da dieci anni infatti, l'associazione si preoccupa di collaborare con enti e istituzioni al fine di garantire un elevato livello qualitativo delle attività proposte, così da diffondere e informare circa la possibilità di vivere in maniera sana e dignitosa anche una seconda giovinezza.

Una persona su cinque soffre di problemi di udito. In Europa sono 55 milioni i soggetti con difetti di tipo uditivo, ma solamente il 9% ricorre all'ausilio di protesi uditive. A differenza degli occhiali, infatti, questo tipo di supporto medicale incontra ancora una forte barriera culturale da superare, oltre agli elevati costi non sempre risarciti dal servizio sanitario nazionale. Con questa prefazione il professor Simonetti ha ceduto la parola al relatore, non prima di aver fatto notare come la capacità auditiva sia una caratteristica che riguarda anche il mondo vegetale: risulta dimostrato infatti, che alcuni tipi di piante anticipano l'attacco di alcuni tipi di insetti infestanti, riconoscendoli per le frequenze sonore emesse e rilasciando determinate sostanze chimiche in grado di scoraggiare l'assalto.

Il dottor Nicola Quaranta ha quindi illustrato sinteticamente e chiaramente il funzionamento del nostro apparato uditivo, risultato di un delicato e perfetto equilibrio tra varie parti, strettamente connesse con l'apparato nervoso centrale. Il relatore ha poi spiegato come la presbiacusia vada a intaccare tale equilibrio, con una graduale perdita dell'udito che si rivela con il passare del tempo, in particolare dopo i settant'anni. Tale disagio si manifesta non solo con la riduzione della sensibilità auditiva, ma anche con un'alterazione della discriminazione vocale, che porta a non riconoscere bene le parole, soprattutto in ambienti rumorosi. È importante porre attenzione ad alcuni fattori di rischio che contribuiscono ad agevolare l'insorgere del problema. Oltre all'età (la presbiacusia è un disturbo che si è diffuso di pari passo con l'incremento dell'età media della popolazione), altri fattori critici sono: il rischio ambientale (alcune sostanze chimiche risultano dannose per l'udito); i traumi cranici; l'esposizione a rumori forti (da questo punto di vista, l'utilizzo di riproduttori audio a volumi troppo elevati rappresenta un rischio notevole); l'utilizzo di alcuni tipi di farmaci (tra cui la cardioaspirina e alcuni tipi di diuretici); il fumo e l'alcol (in forma minore). Alcuni tipi di malattia si associano anche a questo tipo di problema, tra cui il diabete, le malattie cardiovascolari e quelle endocrine. Negli ultimi anni, un team di ricerca guidato dal dott. Lagroscino sta inoltre studiando il tipo di connessione che può esserci tra presbiacusia e demenza di Alzheimer, cercando di capire se un sistema di prevenzione accurato, eventualmente supportato dall'utilizzo di apparecchi acustici di ultima generazione, possa ridurre l'insorgere di deficit cognitivi.

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