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Un omaggio al senso delle Istituzioni


Presentato ieri (8 maggio) il libro “I Governi della Repubblica” di Corradino Marzo e Domenico Amodio. Un momento di riflessione fortemente voluto dal consigliere Fortunato Mezzapesa.

Un omaggio al senso delle istituzioni e del fare politica: potremmo definire così la serata che ha visto protagonista Corradino Marzo ieri sera, venerdì 8 maggio, presso dell’ex Pretura di Noci (BA) in occasione della presentazione del libro I Governi della Repubblica, di cui è autore insieme a Domenico Amodio.

Un momento di riflessione profonda, proprio in questo momento di forte crisi delle istituzioni, fortemente voluto dal consigliere comunale nonché candidato al Consiglio regionale Fortunato Mezzapesa.

A portare i saluti dell’Amministrazione comunale oltre che a contribuire al confronto, il Sindaco di Noci, Domenico Nisi.

Quella che Marzo e Amodio hanno raccontato nel loro libro, è una Storia agita dai suoi protagonisti, dalle persone che quella storia l’hanno fatta. Nomi, volti e azioni che, nel corso della Prima Repubblica, hanno in vario modo inciso sulle nostre vite e sul futuro del Paese. Marzo non ha mancato di proporre parallelismi tra gli uomini che hanno governato l’Italia allora e quelli di oggi, restituendoci la cifra della differenza tra presente e passato, un passato spesso demonizzato senza distinguo, senza neppure conoscerlo.

Un discorso questo ben condiviso dal consigliere Fortunato Mezzapesa: «Bisogna conoscere la storia politica di questo Paese, per affrontare nel migliore dei modi le questioni. Prima si ragionava in termini di squadra, partito, idee. Noi quella palestra l’abbiamo fatta. Qui dobbiamo capire che le decisioni politiche si ripercuotono, con ogni evidenza, nella vita di tutti. Come nel calcio, prima di affrontare la partita occorre allenarsi. Prima coi partiti funzionava così: si faceva la palestra e se uno dimostrava di avere le qualità, solo allora poteva entrare nelle istituzioni. Oggi un certo “nuovismo” sta tentando di sbaragliare ciò che è stato. Ma non si può parlare male del padre o del nonno se non si sa cosa hanno fatto il padre e il nonno. Invece spesso la politica del nuovo dice che tutto ciò che è vecchio va eliminato, senza troppe analisi. Chi ha voluto a tutti i costi superare la Prima Repubblica, non si è reso conto nella seconda di aver fatto peggio: debito pubblico aumentato esponenzialmente, indebitamento. Sono state fatte spese non oculate per la realizzazione di opere, senza aver pensato alla sostenibilità della manutenzione e della gestione delle stesse. La politica deve stare attenta, ed ha bisogno probabilmente di tornare al tempo in cui ogni lira che si spendeva era pane e acqua. Nessuno deve avere la presunzione di avere la verità in tasca, ma deve confrontarsi con gli altri per trovare la soluzione migliore. Non far finta di fare, ma preoccuparsi di fare e fare bene. Realizzare poche opere ma ben fatte e di reale utilità. Fare le cose pensando alla nostra comunità e alle generazioni future».

A chiudere l’incontro, sotto lo stimolo della moderatrice, Francesca Amatulli, si è riflettuto sulle ragioni che oggi allontanano le persone dalla politica e dalle istituzioni e sul ruolo che in questo giocano i nuovi mezzi di comunicazione, questo spazio dell’indistinto dove tutto e tutti sono esposti alla critica a prescindere, senza porsi nella dimensione dell’approfondimento. «Uno degli obiettivi che la politica oggi deve avere è quello di continuare a creare degli esempi che trasmettano un modo diverso di intendere la politica stessa – ha concluso il consigliere Mezzapesa. – Esempi che sappiano trasmettere il senso per cui quello che si fa ha delle ripercussioni. Dobbiamo sentire che quello che facciamo ci appartiene. Perché anche se noi ci teniamo fuori dalla politica, qualcuno comunque prenderà le decisioni anche per noi. E noi le subiremo».

Ufficio Stampa Ing. Fortunato Mezzapesa

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