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Faciteme ‘o piacere


Faccio parte di quei 2 milioni di italiani che dalla scorsa settimana guarda “Gomorra”, tra dialoghi che capisco poco e violenza “a buon mercato”.

Il dialetto napoletano strettissimo senza sottotitoli, però, mi serve a “entrare” in quel mondo fatto di sbarre, di sentinelle in motorino a controllo dei quartieri, fatto di mobili decorati con l’oro in condomini fatiscenti.

Quel linguaggio è un modo per immergermi in un mondo che, forse, viene rappresentato per quello che è davvero. Realtà e finzione senza confini a separarle.

La politica, le amministrazioni, quello Stato accusato di non esserci abbastanza, o di non esserci proprio, prende le distanze e accusa “la disoccupazione”, vaso di pandora da cui sarebbero scaturiti delinquenza, spaccio, quel mondo parallelo in cui la “giustizia” è privata e segue regole proprie.

Ma siamo davvero convinti che quei giovani lanciati su motorini truccati e con un “ferro” nella cinta dei pantaloni preferirebbero un onesto e tranquillo lavoro da imbianchino alla vita avventurosa e sicuramente più remunerativa da “boss”?

Siamo davvero convinti che sarebbe bastato un tranquillo posto da impiegato a impedire l’omicidio di bambini dopo averne abusato?

Ma faciteme ‘o piacere!!!

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