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Parola di cane


Continua il botta e risposta relativo alla struttura di proprietà comunale in cui, alcuni volontari, avevano ricoverato i cani randagi che si aggiravano nel paese, provvedendo alle loro cure e alla microchippatura, sterilizzando le femmine, e creando canali per le adozioni. Il blitz di alcuni solerti cittadini presso la struttura comunale, non “regolare” dal punto di vista amministrativo ma lodevole nella sua finalità, si è rivelato un autogol per gli stessi virtuosi, che hanno incontrato le ire di chi, più che ai codici e agli articoli di legge, tiene alla sicurezza e al benessere dei cani, oltre che a quella dei cittadini che, intanto, si stavano “liberando” dai randagi per le strade.

E così, si è rifatta strada l’ipotesi della costruzione di un canile. Tra una polemica social e l’altra, abbiamo intervistato i diretti protagonisti della faccenda, i cani, per chiedere cosa pensano del blitz e dell’istituzione di un canile. Ci hanno risposto che se il canile è un modo per far mangiare un sacco di persone alle loro spalle facendolo diventare un luogo come quelli che si vedono a Striscia la Notizia, preferiscono restare in un posto anche se non tutte le leggi sono rispettate, purché accuditi da persone che piangono se uno di loro si ammala o muore.

Parola di cane.  

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