Gesù Dio dell’uomo di don Nicola D’Onghia
Dopo le prime due pubblicazioni, nuovo libro per don Nicola D’Onghia dal titolo “Gesù Dio dell’uomo”, scritto assieme a don Vito Martinnelli, sacerdote dell'Arcidiocesi di Trani.
Il volume si divide in due parti e propone spunti di riflessione sulle relazioni. Nella prima parte, curata da don Nicola D’Onghia, i rapporti vengono visti dal punto di vista della filosofia e delle neuroscienze in un dialogo con la teologia. La seconda parte, invece scritta da don Vito Martinelli, traduce la lettura antropologica in quattordici schede bibliche evangeliche dove il lettore è coinvolto personalmente nell’incontro con Gesù.
Don Nicola, com’è nata l’idea di questo libro?
"E' nato da una comune riflessione sul fatto che, nell'epoca delle comunicazioni, nel momento in cui l'iperconnessione si pone come cratteristica del postmoderno, le relazioni umane talvolta nascondono, talaltra rivelano, impensabili fragilità. La nostra riflessione, così, vuole mettere a tema proprio l'importanza delle relazioni e, quindi, della "relazione", a partire dal confronto dei diversi saperi, in particolare, delle neuroscienze. Quest'ultime, infatti, mostrano che l'essere umano è predisposto neurobiologicamente alla relazione. Negli studi neuroscientifici è stata importante, con evidenti conseguenze metodologiche e contenutistiche, la scoperta dei neuroni specchio (mirrors). Questa scoperta, tutta italiana, si pone come luogo di dialogo con le scienze. E' stata la teologia a mettere in evidenzia come la relazione non sia tra le dimensioni causali dell'essere, ma esprime la dimensione costituiva dell'essere umano alla luce del mistero trinitario e cristologico. Il dialogo diventa ancora più plausibile se si tiene presente che il cuore dell'esperienza cristiana è data dall'incontro con Cristo, dalla relazione con Gesù Dio dell'uomo. Gesù Cristo svela, al tempo stesso, sia il volto di Dio che il volto dell'uomo (GS n. 22)"
E la collaborazione con Don Vito Martinelli?
"La collaborazione con don Vito è nata dalla spontaneità (questa volta la spontaneità c'entra) delle nostre lunghe conversazioni, dai tempi degli studi di Licenza in Teologia che ci hanno visto come colleghi e amici"
Perché la scelta di suddividere il libro in due parti?
“La scelta di suddividere il testo in due parti è nata dall'esigenza di presentare la relazione autenticamente umana e divina che Gesù ha stabilito con gli uomini e le donne del suo tempo, una volta che si è tentato, nella prima parte, di evidenziarne le basi neuroscientifiche e psicologiche"
Cosa pensa del rapporto che l’uomo ha con Dio in questa epoca moderna?
"Il tempo presente è segnato da atteggiamenti diversi e contrastanti, da orizzonti di luce e da zone di ombra. L'uomo pensa di poter vivere senza alcun riferimento a Dio. Confida nelle proprie forze, nei propri strumenti e pone il proprio "io" come fondamento di tutta la realtà. Il tentativo di eliminare Dio dalla storia, non soltanto sembra irrealizzabile, ma pone l'uomo nella condizione di non scorgere il senso della sua esistenza. Oggi gli uomini hanno bisogno della Verità. E per noi la Verità ha un nome e un volto ben preciso: Gesù Cristo. La Verità è l'Amore. Ed è l'Amore che dona senso e significato alla vita quotidiana. La fede cristiana, come più volte ci ha ricordato il Papa emerito Benedetto XVI, non è l'adesione ad una filosofia, ad un insieme di norme, ma l'incontro con Gesù Cristo che trasfigura l'esistenza umana. In Lui possiamo comprendere la nostra identità più vera, quella di essere figli. L'essere figli ci ricorda che l'uomo non si costruisce da sé, ma a partire dalla relazione con l'Altro. L'eccessiva fragilità delle relazioni, dove la violenza e l'aggressività, caratterizzano i diversi legami parentali e sociali, sono le conseguenze di una visione dell'uomo che vuole autocostruirsi. Papa Francesco nell'Evangelii Gaudium afferma: “la crisi mondiale che investe la finanza e l'economia manifesta i propri squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento antropologico che riduce l'essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo" (n. 55). La riflessione sull'uomo, non soltanto non è definibile in modo esaustivo, ma esige ulteriori approfondimenti dei diversi saperi, dove ognuno dal proprio punto di vista, possa offrire preziosi contributi, perché la persona sia il centro e il fine. La via perseguibile è quella del dialogo e dell'incontro".