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Chi sta in piedi non può capire


“Chi sta in piedi non può capire”, mi ha detto ieri Giuseppe commentando l’iniziativa di sabato pomeriggio #SeDiventassiDisabileAncheIo.

Ho fatto anch’io questa passeggiata per Noci, sperimentando in prima persona cosa significhi arrampicarsi con una sedia a rotelle su “rampe con gradino” e trovarsi di fronte a scivoli occupati dalle auto. Ho ascoltato le “battute” dei miei concittadini, le “giustificazioni” di chi aveva posizionato la macchina esattamente davanti agli scivoli. Mi sono ritrovata a pensare che chi ha progettato i marciapiedi di via Cavour, evidentemente, aveva mandato il cervello in vacanza, degnamente accompagnato da quello di chi ha fatto il collaudo di quell’opera pubblica. Ho avuto in alcuni casi la sensazione che le infrazioni sono la normalità. Mi sono vergognata del Far West che è diventato Noci. Mi sono vergognata perché io “sto in piedi”.

Perché fare una passeggiata “stando in piedi” è facile, così come è facile “cogliere l’occasione” per strumentalizzare l’iniziativa. Ed è ancora più facile accusare di strumentalizzare. Ciascun col proprio cuor l’altrui misura, dice il proverbio. Sediamoci su una sedia a rotelle e facciamo una passeggiata per Noci. Soltanto dopo, parliamone. Anche di strumentalizzazioni, se la coscienza ce lo permetterà.

 

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