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La sindrome di Isacco secondo Abbruzzese


“Essere genitori è un mestiere poco redditizio e piuttosto oneroso”. Sembra non avere dubbi il dott. Saverio Abbruzzese, psicologo, psicoterapeuta, criminologo clinico, ex giudice del Tribunale dei Minori, nonché autore del testo “La sindrome di Isacco. I genitori e le “colpe” dei figli”, presentato giovedì 2 agosto, presso la gnostra di Largo Torre, da “I presidi del libro”. 

L’opera vuol proporsi come un manuale di sopravvivenza indirizzato a tutti quei figli tramutati in mera posta in gioco di complotti ben più importati perpetrati alle loro spalle da genitori incoscienti e spregiudicati, tutti intenti a salvaguardare i propri interessi e ciechi alle necessità altrui. Il riferimento biblico sussiste poiché Abramo, padre di Isacco le cui gesta furono narrate nella Genesi, fu spinto da Dio a mettere alla prova la sua fede, sacrificando proprio il suo diletto figliolo Isacco. Nell’ atto di compiere il misfatto, Abramo viene frenato dall’intervento di un messo del Signore, ma se questi non avesse interceduto, che fine avrebbe fatto lo sventurato Isacco? Dalla sua parte si pone Abbruzzese: “Nel mondo esistono tanti ‘Isacco’, nel mio percorso di vita privata e professionale ho avuto modo di incontrarne diversi. A distinguerli quella sensazione di disadattamento dal mondo, di accettazione passiva di regole imposte senza una logica apparente e con il risultato devastante di acuire condizioni di isolamento.  Una condizione particolarmente critica se considerata all’interno di una famiglia, il luogo che per eccellenza dovrebbe incarnare lo spirito di aggregazione”.

L’autore dimostra come tutti i traumi che si originano in questi contesti, sono destinati inevitabilmente ad avere delle ripercussioni permanenti nella vita di ognuno. Di qui, si snodano le storie dei vari personaggi, cui l’autore assegna di volta in volta, nomi fittizi per tutelarne la privacy. Quello che sono, non è altro che lo specchio di come i genitori hanno agito su di loro; le loro paure sono attenzioni mancate e i loro silenzi sono negazioni di parola. Il discorso si è portato poi, sulla genitorialità 2.0, una presenza particolarmente molesta all’interno delle scuole, dove i genitori sembrano essere diventati i peggiori sindacalisti dei propri figli. Abbruzzese  tratta di buonismo e punta il dito contro la famiglia moderna che piuttosto che darsi delle spiegazioni sembra trovare giustificazioni ai propri comportamenti: “Credo sia necessario imparare il mestiere ex novo. L’avvento della tecnologia è stata la prima fonte di distruzione per la famiglia tradizionale”.

L’autore è stato "incalzato" dalle domande della dott.ssa Lorita Tinelli, new entry del Presidio e si è aperto al dialogo col pubblico sul finale. Il prossimo appuntamento con la rassegna letteraria “Largo all’autore, largo ai libri” è per giovedì 9 agosto prossimo, sempre nella gnostra di Largo Torre.

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