TriChance, un gruppo di detenuti gareggia al Cala Ponte Triweek 2019
Parte oggi 18 marzo 2019, il progetto TriChance che l’associazione sportiva "Otrè Triathlon Team", con la collaborazione del Team All Tri Sport, il supporto della Fitri, Ance Giovani Bat, To Do Tri, Magnetic Days, Made in Carcere e Studio Sport s.a.s. stanno gestendo all’interno della Casa Circondariale di Trani. TriChance è un progetto sociale che porterà un gruppo di detenuti alla partecipazione della Gara di Triathlon di Cala Ponte Triweek del 19 maggio 2019.
Un gruppo di tecnici federali allenerà i ragazzi settimanalmente, affinchè da zero possano essere preparati per affrontarla. Attualmente il gruppo è composto da 10 ragazzi e 1 ragazza, determinati a raggiungere l’obiettivo, che sentono la giusta responsabilità di riuscire nell’impresa utile a dare visibilità e raccogliere fondi necessari alla realizzazione di una palestra attrezzata nella Casa Circondariale di Trani. I programmi di allenamento saranno forniti da ToDoTri – Triathlon App, seguiti da tecnici della Federazione Italiana Triathlon, costantemente monitorati dal Team All Tri Sport di Barletta. La frazione bici sarà allenata utilizzando un super tecnologico rullo bici per allenamento indor Magnetic Days,
“L'idea, elaborata di concerto con l'Associazione dilettantistica sportiva O3 – spiega il direttore della Casa Circondariale di Trani dott. Giuseppe Altomare – su iniziativa di Domenico Lippolis e Linda Cavallo, e accolta con entusiasmo sia dai funzionari di Polizia Penitenziaria che dell'Area Pedagogica, risponde ad una duplice esigenza. Da un lato, essa prevede la realizzazione di un'area, appositamente attrezzata, per le attività sportive delle persone detenute, dall'altro, a seguito di allenamenti guidati da tecnici specializzati, ci sarà la possibilità per alcuni detenuti (che saranno in condizione giuridiche tali da fruire di permessi premio concessi dal Magistrato di Sorveglianza), di misurarsi con l'esterno, partecipando alla gara di Triathlon del 19 maggio prossimo a Polignano a Mare. La condizione di detenzione, per definizione, corrisponde alla deprivazione della libertà del corpo e può evidentemente sortire notevoli effetti sulla mente, e quindi sulla psiche, di chi la subisce. L’aver commesso dei reati, o l’essere accusati di averne commessi, non può comportare l’annullamento fisico e quasi inevitabilmente psichico. Ogni attività sportiva quindi, specie se adeguatamente sopportata e guidata, non può che essere benvenuta in un istituto penitenziario”.