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“AMMINISTRAZIONE RIDICOLA”


L’articolo pubblicato sul Corriere della Sera di oggi è sintomatico di un modo di fare che ormai da qualche tempo imperversa. Prendiamo il fatto: una signora di un comune lombardo commenta un post su Facebook con le parole “Amministrazione ridicola”. Il sindaco non se l’è tenuta ed ha mandato i vigili a casa della signora invitandola ad inviare una lettera di scuse.

Il post in questione riguardava il rifacimento di alcune strade, ma il tema avrebbe potuto essere qualunque. E chiunque di noi, per esprimere il proprio dissenso di fronte a un tema qualunque avrebbe potuto usare gli stessi appellativi se non di peggiori. Il problema è che ormai ci hanno convinti che Facebook rappresenti il luogo a metà tra il salotto di casa nostra, in cui commentiamo i fatti del paese con la nostra amica davanti ad un caffè, e un luogo in cui tutti possiamo dire tutto quello che ci passa per la mente.

È evidente che così non è. E se ci stanno facendo credere che possiamo esprimere la nostra opinione con poca o nulla considerazione delle leggi della grammatica e dell’ortografia, cercheremo di farcene una ragione. Così non è e non sarà mai per l’apposizione di “filtri” al fluire dei pensieri, che dovrebbe essere caratteristica di ogni essere umano una volta raggiunta la maggiore età.

I social non sono luoghi del non pensiero né della non azione. I pensieri che digitiamo dovrebbero essere prima pensati, magari solo per apprezzarne le conseguenze. I pensieri pubblicati sui social non sono granelli di sabbia di cui nessuno si accorge, visto che anche un solo granello di sabbia, nel posto sbagliato, può dare un sacco di fastidio.

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