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09/11/2019


09/11/2019 Ho pensato di intitolare così, all’americana, questa riflessione. In tanti, oggi, stiamo riflettendo su dove eravamo, cosa stavamo facendo, sulle persone che erano accanto a noi (e che magari oggi non ci sono più) quell’11 settembre 2001, giorno in cui, incollati alla TV, tanto è cambiato in noi. La coscienza di quello che sarebbe accaduto, da quell’11 settembre, alcuni non l’hanno percepita immediatamente, alcuni ci hanno dovuto mettere ben più di qualche ora, o di qualche anno.

In Spagna lo hanno compreso quasi subito, solo 3 anni dopo (Madrid, 11 marzo 2004, 192 morti). Anche in Inghilterra sono bastati 4 anni (Londra, 7 luglio 2005, 56 morti). In Francia ci hanno messo 14 anni: lo hanno capito la prima volta il 13 novembre 2015 (137 morti). Il Belgio e la Germania ci hanno impiegato 15 anni (Bruxelles, 22 marzo 2016, 35 morti e Berlino, 19 dicembre 2016, 12 morti. Tanto è cambiato da quel giorno, anche se ci pensiamo solo quando c’è qualche ricorrenza da ricordare.

Riusciranno i “millennials”, quelli che l’11 settembre 2001 non c’erano nemmeno, a dimenticare quello che il mondo ha imparato a forza di seppellire uomini?

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