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L’universo donna attende soluzioni giuste e sollecite


8 marzo: una “festa” divenuta, nei fatti, contraddittoria e, ormai, “annacquata”… come la “festa della Liberazione”, il “sessantotto”, la pandemia Covid (non se ne parla già più mentre ”Il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca!” era Venezia, il 24 agosto 1849 ed il morbo era il colera: Battiato ne ha fatto un revival; il Covid una ri-attualità) e tante altre cosiddette conquiste che il sistema sa bene insabbiare.

La Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha detto testualmente: “Le donne sono state colpite più aspramente dalla pandemia: mentalmente e finanziariamente. Deve finire”. A sua volta, Robert Biedroń “donne, colpite in modo asimmetrico in migliaia di modi. Più violenza di genere, del carico di cura, impatto economico su settori prevalentemente femminili, contratti di lavoro in dubbio, in forse. Mutiamo la crisi in opportunità e cioè: la donna al centro delle soluzioni”. Segue la promessa di rendere attuali le opportunità. Ancora promesse?

Dall’inizio della pandemia, le donne sono state più soggette a preoccupazioni per la chiusura di scuole e dintorni, carenza di amici e familiari (44% in UE, 36% in Italia) derivandone più ansia e stress (37% UE, 49% Italia). La conclusione di un’indagine Eu: le donne, il più delle volte, preoccupate (giustamente ndr) del proprio futuro (33% UE, 38% Italia).

Le priorità da affrontare da parte dei Parlamenti europeo e nazionale, secondo le donne italiane: la violenza mentale e fisica contro le donne (42%), l’equilibrio vita-lavoro (40%) e la tratta-sfruttamento sessuale di donne e bambini (32%). Non basta però promuovere indagini che costano euro anche femminili, registrarne le richieste ed esigenze, senza capirle, immedesimarsi dei problemi e fare in modo che il tutto non finisca alle ore 24 dell’8 marzo.

L’otto marzo deve durare finché i problemi non siano stati risolti alla base. L’universo donna attende soluzioni giuste e sollecite, dovute. Questo sarebbe veramente “festa”. NOCI gazzettino si schiera, non a parole, con questi principi e questi voti assicurando le lettrici che il giornale sarà sempre a loro fianco e che offre spazi per interventi seri e costruttivi. “Viva le donne”, per noi, è un urlo che deve giungere ai piani alti di color che possono e provocare riforme concrete e giuste. Solo allora sarà lecito dire “festa”.

 

Nicola Simonetti

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