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25 aprile. Una giornata memorabile che non va dimenticata


25 aprile 1945: con la liberazione delle grandi città del Nord e la resa dei tedeschi in Italia, la primavera del 1945 segnò la fine del nazifascismo nel nostro Paese. La data del 25 aprile, giorno della liberazione di Milano, fu scelta come anniversario della Liberazione dell'Italia. Una giornata memorabile che non va dimenticata perché quelli, come me, che l’hanno vissuta, possono testimoniare che fu una grande festa di popolo: l’esaltazione di un evento meraviglioso, seppur doloroso, iniziato nell’estate del 1943, quando cominciò la liberazione dell’Italia – dalla Sicilia verso il Nord – e si costituirono i gruppi di partigiani.

Tra questi non mancarono le donne con i loro “Gruppi di difesa” che, dal novembre 1943 fino alla Liberazione ed oltre, crearono un’importante rete di assistenza a combattenti, deportati, prigionieri e di quant’altri avevano bisogno. Senza discriminazione di sorta. Né va dimenticata la partecipazione attiva di donne ai gruppi armati di partigiani. Tra le vittime ci furono anche donne e – ahimè – bambini. Grande protagonista della Resistenza italiana fu il Comitato di Liberazione Nazionale, formato, a Roma, il 9 settembre del 1943, artefice primo dell’ affrancazione del territorio e del rinnovamento politico del Paese.

Noci non fu seconda ad alcun altro Centro nell’esprimere il proprio giubilo e manifestare ammirazione e riconoscenza a quanti avevano sofferto per il trionfo della libertà. Era la fine dell’incubo guerra. Il Comitato di Liberazione e la Camera del Lavoro della provincia di Bari, per l’occasione ed a conclusione di una manifestazione unitaria celebrata l’8 maggio successivo, interpretando i sentimenti della popolazione tutta, pubblicò un Manifesto nel quale ribadiva “… il congiungimento dell’Italia del Nord a noi per un’unica e sicura meta: l’edificazione di potenti e libere istituzioni democratiche per il raggiungimento di una pace duratura, permanente”.

Auspicio condivisibile che, però, negli ultimi tempi è stato avvelenato da una guerra scoppiata in Europa, guerra che ci coinvolge tutti  e ci rende vittime di paure quando non proprio di violenze. Il 25 aprile di quest’anno ci riunisca, tutti, a gridare ed operare, con serietà, per la PACE (in ogni parte del mondo) perché il sangue, i sacrifici dei nostri eroi e dei semplici cittadini tutti non siano stati inutili. Non sia, il nostro 25 aprile 2022, una vuota celebrazione ma un responsabile atto umano, civile, partecipato, solidale.

Nicola Simonetti

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