Il “nostro” Santo
Un affettuoso augurio di buona “Festa di San Rocco” per nocesi, espatriati, rimpatriati, ospiti. Sia giorno solenne e felice per tutti e San Rocco “nostro” ci protegga specie in questo periodo di pandemia Covid-19 e di altre epidemie sparse, di guerre, di crisi economica e socio-morale.
Ave Roche, pensaci tu.
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Proponiamo pochi appunti relativi alla vita ed al culto mondiale del “nostro” Santo
San Ricco “nostro”, per la verità è francese (la famiglia paterna(forse anche la materrna), però, aveva origini lombarde), nato a Montpellier nel 1345 o 1350 e morto a Voghera nella notte tra il 15 e 16 agosto del 1376 o 137. È il santo più invocato, dal Medioevo in poi, per liberare il popolo dalla peste e, negli ultimi anni – dicono le statistiche – è stato il secondo santo più invocato, dai cattolici europei, per ottenere la guarigione dalla Covid-19.
San Rocco è il più rappresentato in assoluto sui santini.
Il santo, perduti in giovanissima età i propri genitori, si fece apostolo dei poveri e dei malati, giungendo in Italia, pellegrino, nel luglio 1376. Si diede alla cura e medicazione degli appestati che guariva tracciando un segno di croce sulla piaga (a volte, baciandola). Egli su fermò in parecchi centri italiani e, in particolare, a Piacenza dove, nell’ospedale Santa Maria di Betlemme, fu contagiato di peste. Precedendo di molto le raccomandazioni di precauzioni personali per non contagiare altri, dgli si autoisolò in una grotta dove, oltre ai disturbi collegati alla malattia, soffrì fame e sete finché un cane provvide quotidianamente a portargli un pezzo di pane sottratto alla mensa del proprio padrone e signore del luogo che, dopo la propria guarigione, Rocco guarì dalla peste. Il Santo tornò a Piacenza ricolpita dalla peste e curò, guarì miracolò moltissimi cittadini. Quindi si ritirò nella selva, per occuparsi degli animali colpiti, anch’essi, dalla peste, accompagnato da parecchi piacentini. Riprese il viaggio di ritorno a Montpellier ma, a Voghera, scambiato per una spia (il Governatore del posto, suo zio, non lo riconobbe né Rocco si fece riconoscere) finì in carcere (nel quale si dichiarava “peggiore di una spia”) restandovi per 3-5 anni, fino alla morte.
A riconoscere il cadavere, grazie alla croce rossa impressa sul petto, fu sua nonna, madre del governatore. Notizie precise su vita e morte sono state ritrovate dopo il 2000, in tre agiografie scritte nel 400. Rocco sarebbe stato riconosciuto Santo (canonizzazione) durante il Concilio di Costanza (1414).
Il culto ufficiale di San Rocco si ritrova, per la prima volta, nel Messale ambrosiano, il 16 agosto del 1476. A Montpellier, nel 1420, i padri domenicani eressero, nel 1429, un cappella (la prima al mondo) dedicata a San Rocco.
Geograficamente, san Rocco è il patrono di oltre cento comuni italiani (oltre 3.000 luoghi di culto pubblici tra cui 4 chiese a Verona, 3 a Napoli, 2 a Roma di cui quella all’Augusteo ha importanza storica ed artistica, Venezia), di trenta francesi (nella chiesa di Parigi avvenne la conversione di Alessandro Manzoni), dell’antica Costantinopoli, di città colombiane, filippine, argentine (dove dà il nome ad una diocesi), compatrono di numerose città europee tra cui Napoli, Torino, Venezia, Montpelliìer. Numerosi i Santuari. Sorprendono la numerosità di pratiche devozionali, feste popolari, confraternite dedicate al Santo nonché la loro sopravvivenza nei secoli.
A Capriati a Volturno si trova ill "Museo iconografico europeo di san Rocco". Ed a Costantino Calabro, la "Biblioteca – Videoteca nazionale san Rocco". Indicibile il numero di quadri, sculture, altari dedicati a San Rocco, da quelle più semplici e popolari fino a quelle dei grandi maestri dell'arte.
In altri termini, san Rocco “nostro” è grande e venerato in tutto il mondo. Noci non né sia da meno.
Veni, Roche, salva nos omnes.
Nicola Simonetti