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Uten, corso sul recupero della memoria attraverso l’odonomastica cittadina


Anche quest’anno la Biblioteca comunale “Mons. A. Amatulli” ha contribuito ad arricchire la vasta offerta formativa della UTEN (Università della Terza Età di Noci). Il direttore Giuseppe Basile, accogliendo l’invito dei dirigenti Cesareo Putignano e Sandra Luisi, ha infatti tenuto il corso “Il recupero della memoria attraverso la toponomastica urbana”.
La toponomastica e i monumenti costituiscono fonti di memoria che ci consentono di ri-scoprire personaggi e storie della comunità.
Il corso ha avuto lo scopo di far conoscere le vie intestate a nocesi e le vicende di alcuni di loro. È stata inoltre l’occasione per soffermarsi su alcuni monumenti presenti in larghi e piazze cittadine.
Lo spazio pubblico è storia. La toponomastica e l’odonomastica contribuiscono a definire l’identità e a perpetuare la memoria di una comunità, perché le strade sono luoghi della memoria e ne raccontano la storia.
I due termini vengono spesso utilizzati come sinonimi; in realtà la toponomastica è un concetto più ampio e onnicomprensivo che riguarda anche i nomi propri di entità geografiche ampie come le regioni e le città. L’onomastica è un termine più specifico e riguarda la denominazione delle vie.
Durante i tre incontri i numerosi partecipanti hanno avuto modo di conoscere la normativa relativa alla toponomastica stradale, di visionare una cronologia di atti relativi all’intestazione di strade a Noci e di apprendere che le strade intestate a nocesi sono 74, di questi 27 sono concittadini deceduti in guerra.
Naturalmente oltre alle strade intestate a persone, numerose sono anche quelle che comunque testimoniano la storia sociale, civile e religiosa della nostra comunità, come quelle che riportano vecchi toponimi (Foggia di Totos, Patrella,…), nomi di chiese (Carmine, Purgatorio, Madonna della Croce, san Domenico, santa Chiara, santa Rosa,…) e via discorrendo.
Per evidenti ragioni di tempo non è stato possibile parlare di tutti gli intestatari di strade ma soltanto di alcuni di loro: Gianni Matarrese (1872-1926), Zygmunt Kelz (1907-1994), Francesco D’Onghia (1923-1945), Michele Montanari (1908-1995), Emilio Gabrieli (1823-1917), Andrea Gabrieli (1838-1916), mons. Vito Gabrielli (1823-1899), mons. Luigi Gallo (1882-1973).
Come da programma sono stati esaminati anche alcuni monumenti che, per quanto sotto gli occhi e sulla strada di tutti, spesso sono poco conosciuti: la fontana monumentale di piazza Garibaldi (1916), il busto di Giuseppe Albanese in largo Diaz (1899), il busto di Cesare Battisti (1932) e il monumento ai Caduti (1994) a largo San Domenico e il busto di Francesco Positano (1940) antistante all’omonima scuola elementare.
Durante gli incontri non sono mancate riflessioni e considerazioni sull’importanza della toponomastica, sull’uso e abuso che se ne può fare anche a fini propagandistici e politici e sulla difficoltà oggettiva di riuscire a dedicare una strada a tutti i nocesi che meriterebbero un riconoscimento pubblico. Tra questi è da annoverare senz’altro il maestro di musica Giuseppe Chielli (1924-2003); a tal proposito i corsisti hanno manifestato l’intenzione di chiedere all’Amministrazione comunale di intestare al maestro Chielli una strada, considerando che lo stesso è stato un grande protagonista nel panorama musicale pugliese e in particolare delle bande da giro.
Alla realizzazione del corso, che si è tenuto presso la sala studio della Biblioteca comunale, hanno contribuito anche le collaboratrici della cooperativa SoleLuna e i volontari del Servizio civile universale del progetto In Reading 2023.
Il presidente dell’UTEN Cesareo Putignano, considerando l’interesse manifestato dai corsisti, ha chiesto al direttore Giuseppe Basile di tenere nel prossimo anno accademico un nuovo corso per continuare a scoprire, anche attraverso il patrimonio documentario della Biblioteca, l’identità della comunità nocese.

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