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I buoni propositi


L’Epifania (o, come ha detto il mio nipotino di 4 anni, “la Befania”) tutte le feste ha portato via.
Tra malumori e sospiri di rassegnazione, da oggi ricomincia il quotidiano. Casa, scuola, lavoro, corri-corri, pranzi saltati e cene rimediate di fretta. Questo è il mio quotidiano e tra il solito da fare, cerco, spesso, anche di pensare.
Oggi sto riflettendo sulle “liste dei buoni propositi targati 2016”: più palestra, più tempo per se stessi, meno stress, più attenzione al cibo, ognuno di noi ha redatto il proprio personale elenco. Verrebbe da dire “ad ognuno il suo”.
Io, per il 2016, ho messo tra i primi punti del mio elenco l’essere un po’ più indulgente con tutti coloro che proprio non capiscono, che proprio non ce la fanno ad andare oltre il proprio naso, ripromettendomi di evitare locuzioni semantiche poco carine. Come quelle che, fino a qualche giorno fa (era ancora il 2015), avrei usato nei confronti di colui/colei che ad inizio anno, nonostante tutto quello che ci siamo detti, ridetti, stradetti sulla raccolta dei rifiuti, ha pensato di lasciare una poltrona all’ingresso del Foro Boario. Proprio non entra nelle testoline che i rifiuti non possono essere abbandonati dove ci pare, vero?
Meno male che è il 2016.

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