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We can be Heroes


Premetto che l’argomento calcio per me è uguale alla fisica atomica: non ne capisco niente.

Ma le favole mi piacciono, mi piacciono le storie a lieto fine e la storia di una squadra di calcio composta da persone che la nostra società ha imparato a classificare come “ultimi” che arriva sul tetto del mondo grazie ad un campionato di calcio, è bellissima.

Ragazzi “difficili” che si impegnano, che lottano e combattono per la realizzazione di un sogno che non coinvolge solo loro ma che indirettamente vede protagonista una intera piccola e sconosciuta cittadina della campagna inglese e con loro tutto il mondo, tutti lì a tifare Leicester, sono un esempio per tanti di noi che riescono solo tra mille difficoltà a credere e a crederci.

Questa storia insegna a non arrendersi, a vivere la propria avventura fino in fondo, non come quelli che hanno rinunciato alle loro scommesse (la vittoria del Leicester era data 5.000 a 1) accontentandosi di una vincita “sicura” più bassa qualche settimana fa, pensando che mai questa squadra ce l’avrebbe fatta.

In un mondo in cui eroi si diventa (purtroppo) per essere morti sotto le macerie di ospedali bombardati, questi ragazzi siano di esempio per tutti quelli che cercano riscatto, che puntano ad un obiettivo, perché tutti sappiamo che gli obiettivi si possono raggiungere. We can be Heroes.

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