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La nostra terra non dà più i suoi frutti


Xylella, gelate, piogge, importazione senza valido controllo di prodotti esteri a prezzi scandalosi (frutto di lavoro poco retribuito e/o di qualità inferiore e di frode), frequenti atti criminosi, intimidatori, vandalismi, estorsioni, furti e, con loro, il grido di dolore degli agricoltori pugliesi. La generosa nostra terra, da qualche anno, non dà più i suoi frutti, non premia più il pur duro lavoro e gli impegni economici di chi la lavora ed impegna ogni speranza sulla sua munificenza.

Concorrenza sleale se è vero che, per esempio, il prezzo del nostro olio EVO (extra vergine di oliva) non potrebbe costare meno di 9-10 euro al litro (e, per giunta, la sua produzione è scesa, da noi, del 65%) mentre quello proveniente da oliveti intensivi stranieri può essere pagato 2 euro. Terra amara, vita dura e crisi in scivolata. L’allarme si è concretizzato, in una mobilitazione di “gilet arancione” che richiede risposte ed atti concreti e non più fantomatiche promesse. A Bari, hanno sfilato e sostato davanti alla Prefettura oltre 5.000 agricoltori e più di 150 trattori.

Nel Governo regionale la manifestazione ha generato contraddizioni e prese d’atto diversificate. I partiti – di governo ed opposizione – si sono trastullati in comunicati e prese di posizione che non hanno approdato a nulla di concreto. Si vagola nel buio mentre Xylella e suoi malcompagni avanzano. Decreto Centinaio, se ci sei batti un colpo.

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