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Fallimento


Chiudere oggi ristoranti, piscine, palestre, scuole o tutto significa una cosa sola: fallimento.

Delle due una: i protocolli applicati alle varie situazioni su cui gli esperti lavorano da 7 mesi non sono serviti a niente. La politica, chi ci governa, è responsabile perché non solo il virus riesce a circolare, ma i soldi investiti per adeguamenti evidentemente inefficaci sono stati un ulteriore danno per chi li ha spesi.

Oppure, i protocolli sono validi in linea teorica, però, nella pratica non sono stati applicati affatto o non sono stati applicati correttamente (dolosamente o colposamente, la situazione non varia). La politica, chi ci governa, è responsabile perché non ha controllato a dovere l’applicazione di misure che avrebbero dovuto essere imposte e fatte rispettare con maggior vigore, così come la situazione imponeva.

La responsabilità delle amministrazioni centrali e locali per le chiusure già praticate e per quelle che, sicuramente, lo saranno a breve, è dinanzi agli occhi di tutti e nessuno dovrebbe sfuggire nel dare conto di come sia possibile oggi non riuscire a gestire una situazione che, da mesi, sapevamo sarebbe arrivata.

La consapevolezza di essere di fronte a qualcosa di nuovo e inaspettato a marzo, cosa che ci ha fatto accettare le drastiche misure poste in essere, ha lasciato il passo alla consapevolezza delle inadeguatezze di quanti, oggi, ricoprono ruoli decisori.

Mi hanno insegnato che solo chi non fa non sbaglia, ma che, quando si sbaglia, con umiltà e senso di responsabilità si chiede scusa.

Mi aspetto delle scuse, mi aspetto che chi ci governa, a tutti i livelli, chieda scusa per le inadeguatezze e le incapacità evidentemente dimostrate. Persino la regina Maria Antonietta di Francia, inchinandosi davanti al popolo di Francia, rese il conto delle sue azioni. Ciononostante, sappiamo come andò a finire.

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