L'Italia è campione d'Europa. It's coming Rome
Dopo 53 anni l'Italia può con Capitan Chiellini alzare al cielo la coppa "Henri Delayune". Nel 1968 toccò all'indimenticato Giacinto Facchetti alzarla in un Olimpico di Roma illuminato da torce rudimentali (fogli di giornali ed accendini) degli spettatori presenti e gli italiani per la prima volta scesero in Piazza a far festa. Dopo l'11 luglio del 1982, quando al Bernabeu di Madrid ci laureammo per la terza volta Campioni del Mondo, un nuovo 11 luglio con l'Italia di Mancini che a Wembley sale sul tetto d' Europa. Corsi e ricorsi.
Una impresa storica quella compiuta dagli Azzurri, vincere nel tempio calcistico e nel paese degli "inventori" del football che ancora una volta devono masticare amaro, anzi per dirla alla Bonucci "ne devono mangiare ancora di pasta asciutta". Zittire e spopolare uno stadio è godimento puro.
Gli inglesi non l'hanno presa bene: squadra e tifosi hanno palesemente dimostrato la loro antisportivita, i giocatori levandosi dal collo la medaglia un attimo dopo averla ricevuta da Ceferin (presidente dell'Uefa) mentre i supporters abbandonando lo stadio prima della premiazione dei vincitori e se aggiungiamo i fischi all'inno di Mameli, il quadro di antisportività è completo. Il gol di Shaw, dopo 2 minuti di gioco, aveva illuso l'Inghilterra, purtroppo per loro questa Italia "forgiata" da Roberto Mancini è dura a morire, e si rimette subito in partita ad inizio ripresa grazie a Bonucci lesto sottoporta a cacciare in rete il pallone respinto prima dal portiere e poi dal palo. Gli azzurri hanno con Berardi hanno la grande chance del gol vittoria, ma il risultato resterà ancorato sul pareggio ed ancora una volta saranno i calci di rigore a decretare il vincitore. Questa volta il risoluto Jorginho si fa parare il suo tiro, ma è magistrale Donnarumma nel parare il successivo e decisivo penalty calciato dal "millennial" Saka.
E gli Azzurri e l'Italia intera possono far festa. Anzi per dirla alla Carrà "Fiesta che fantastica, fantastica sta fiesta"... La notte é lunga e benevola e colorata d' Azzurro.
Stefano Impedovo